Le informazioni e le immagini contenute in questa pagina web, costituiscono una parte del progetto “I Rituali Popolari Religiosi della Calabria” del Servizio Civile UNPLI svolto dai volontari Giuseppina Rebecca Caligiuri e Alessandro Montuoro nell’anno 2020/2021.
Il progetto, svolto nel corso dell’anno 2020/21, ha favorito la riscoperta e la valorizzazione del patrimonio culturale della Calabria, fatto di usanze, tradizioni, riti religiosi e popolari. L’obiettivo è stato quello di ideare e promuovere iniziative in grado di far conoscere ai giovani e ai più piccoli un’eredità culturale che rischia di scomparire.
Il progetto era incentrato sui Rituali Popolari Religiosi del paese di Amato.
Feste Popolari e Religiose Amatesi
Nel nostro piccolo comune non mancano certo le occasioni di incontro, preghiera e svago durante l’anno. Sono da citare, le più importanti feste (che si svolgevano in passato e che si svolgono tuttora) tra le quali:
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Epifania;
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Carnevale;
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Pasqua e Via Crucis;
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Mese Mariano;
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Corpus Domini;
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Vita e Miracoli di San Francesco;
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La Novena di San Fran Francesco;
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La Festa di San Francesco;
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Novena dei Morti;
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Festa dei Santi;
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Festa dei Santi, Commemorazione dei Defunti, Rituali sui funerali;
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Novena dell’Immacolata;
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L’Immacolata (festa civile e religiosa);
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Pranzo con gli Anziani;
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Vigilia e Natale;
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Santo Stefano e Recital;
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Capodanno;
Epifania
Bensì questa festività per detto popolare porti via con sé le altre, abbiamo deciso di iniziare proprio da essa in quanto è collocata all’inizio dell’anno.
In ambito religioso è usanza baciare la statua del Bambinello durante la messa del mattino.
Mentre in ambito popolare, è tipico della Pro Loco organizzare un pomeriggio all’insegna del divertimento e dello svago con la tombolata sia per grandi che per piccini. In questa occasione solitamente c’è chi si traveste da befana e consegna i doni ai bambini.
Carnevale
Tra febbraio e marzo è solito organizzarsi per trascorrere insieme il carnevale che si tiene solitamente la domenica successiva al giovedì grasso. Ci si prepara con carri allegorici e ci si veste con costumi tipici del periodo o li si prepara da sé artigianalmente con fantasia e un pizzico di creatività.
Ad amato l’ultimo carnevale effettivamente realizzato che prevedeva la presenza di carri creati e allestiti dai volontari della Pro Loco, è avvenuto circa quattro anni fa, poiché le rigorose norme di sicurezza giunte con il tempo non hanno facilitato l’organizzazione degli stessi.
Pertanto, dal 2017 in poi, si svolge ogni anno all’interno della sede della Pro Loco, nella sala ricreativa dove i bimbi posso partecipare a gare di maschere e divertirsi tra loro con gli animatori lanciandosi spensieratamente un sacco di coriandoli.
Pasqua e Via Crucis
Per i fedeli si sa che la Pasqua è un momento che ricollega alla rinascita spirituale. La Pasqua cristiana celebra, infatti la Resurrezione di Cristo, avvenuta il terzo giorno dopo la sua Crocifissione al Calvario. Indica il passaggio dalla morte alla vita, attraverso le acque del Battesimo, simbolo del Cristo Crocefisso, purificatore dei peccati, una purificazione che Cristo opera per i suoi fedeli gratuitamente, sacrificando la sua vita per il suo popolo, fornendo un esempio di perdono.
La Pasqua, a differenza del Natale, non viene celebrata ad una data fissa, ma cambia ogni anno, rimanendo però ferma l’usanza di festeggiarla di domenica.
La Pasqua cristiana è preceduta dalla Quaresima, un periodo di penitenza e digiuno di quaranta giorni che ha inizio il Mercoledì delle Ceneri sino al Sabato Santo.
La domenica seguente si celebra la Domenica delle Palme, il cui simbolo è il ramo d’ulivo e nella quale viene ricordato l’arrivo del Messia in Gerusalemme e la sua passione. Da qui ha inizio la Settimana Santa, durante la quale hanno luogo momenti liturgici ben precisi.
La Settimana Santa iniziava con le quaranta ore, ci si recava in chiesa, quindi, il lunedì, il martedì e il mercoledì; il giovedì vi era la cena e il Venerdì Santo la processione. Dal lunedì al mercoledì è il tempo della Riconciliazione, la sera del Giovedì Santo si svolge la Messa in ricordo dell’ultima cena di Gesù.
L’ultima cena, si svolgeva in mezzo la chiesa, dove attualmente si trovano gli archi, si metteva un tavolo grande e si sedevano i dodici apostoli. Come tuttora, la gente portava da casa il pane per farlo benedire.
I cristiani considerano il Venerdì Santo un giorno di contemplazione della passione di Gesù: è infatti in questo giorno che si svolge il rito della Via Crucis. Questa giornata è, per tutti i fedeli, dedicata al digiuno, testimonianza del bisogno di partecipazione alla Passione e alla Morte di Cristo. La Via Crucis è un rito della chiesa cattolica in cui si commemora il doloroso cammino compiuto da Cristo mentre si dirigeva verso la crocifissione. Ad Amato durante lo svolgimento della processione del Venerdì Santo, alcune ragazze si vestivano da “Verginelle” e portavano, davanti il corteo con la “Naca” di Gesù morto, un lume simbolo della luce che sarebbe poi rinata dopo tre giorni (a Pasqua, appunto). Inoltre, erano presenti le Pie Donne che portavano su dei cuscini la corona di spine di Gesù, i chiodi, il martello. Secondo alcune testimonianze, colui che si vestiva da Gesù (con un abito rosso) veniva spinto e punto da delle lance che avevano altri attori che rappresentavano i centurioni e le guardie. Per quanto riguarda il periodo pasquale, ad Amato non si è mai svolta la vera e propria “Pigliata”. Alcuni compaesani ricordano però, che nel 1977 ci fu la raffigurazione della crocifissione del Signore. Aveva durata di un‘intera giornata ed era caratterizzata da tutte le rappresentazioni, sia dalla benedizione delle Palme che dalla Crocifissione fino alla Risurrezione.
Il Sabato Santo è un giorno di riflessione e preghiera silenziosa. La notte tra sabato e domenica si svolge la Veglia Pasquale, durante la quale si leggono le promesse di Dio al suo popolo. La notte di Pasqua, ci si recava in chiesa, il prete benediva l’acqua e bruciava le palme.
La domenica Santa si celebra la resurrezione di Cristo. Durante la Pasqua, i ragazzini, già da allora, avevano le vacanze. I piatti tipici che ci si prepara a cucinare in questo periodo sono: le cuzzupe, i biscotti “anasprati” e le “pastette”, i “fraguni” e la pitta ripiena. Inoltre, durante la benedizione delle palme, si usavano portare le caramelle o i baci perugina attaccati ai ramoscelli di ulivo in modo che, una volta bagnati dall’acqua santa, si mangiavano e quindi la benedizione riguardava anche il corpo.
Riti Mariani
Tra i cattolici, maggio è noto come il “Mese di Maria”, un mese specifico dell’anno in cui hanno luogo rituali speciali in onore della Beata Vergine Maria. Si tratta di un mese dedicato alla preghiera. Si prega Maria perché la Vergine ha un legame diretto e indissolubile con suo figlio Gesù e quindi con Dio.
Proprio nella preghiera sentita a Maria si può trovare tutto il significato del maggio Mariano, un tempo in cui ci si reca anche a fare pellegrinaggi in luoghi in cui la devozione per la Vergine è particolarmente sentita.
Il rosario è una forma di preghiera che nasce proprio per onorare Maria. Il nome, infatti, deriva dalla rosa che è a tutti gli effetti il fiore della Vergine e simbolo del mese mariano. Non a caso le preghiere che compongono il rosario sono dette “corone” e questo termine è da intendersi come sinonimo di ghirlanda, una ghirlanda di rose, che rappresentano le preghiere. Per questa ragione in maggio si recita spesso il rosario e la preghiera dell’Ave Maria, ma è anche possibile fare un fioretto da offrire alla Madonna, o recitare la Novena.
Per il mese mariano, ogni sera si celebrava la messa, e veniva recitato un rosario apposito. Per l’appunto, vi erano dei rosari specifici per ogni festività. Le “Cento Croci” erano una ricorrenza molto sentita: in ogni rione ci si riuniva e si stava tutti assieme pregando, ma questo rituale è attualmente poco praticato. E’ usanza svolgerlo con tanto entusiasmo durante la giornata del 15 agosto.
Corpus Domini
La festa del Corpus Domini è la festa del Corpo del Signore. È una delle principali solennità dell’anno liturgico della Chiesa cattolica e viene celebrata il giovedì successivo alla domenica dedicata alla festa della Santissima Trinità (in alcuni Paesi tra cui l’Italia, la domenica successiva). Cade, quindi, nella seconda settimana dopo la Pentecoste.
La festa del Corpus Domini venne istituita perché era sorta l’esigenza di dedicare un giorno specifico alla celebrazione dell’Eucarestia. Essendo una delle più popolari della cristianità, viene festeggiata con imponenti processioni che si svolgono per le vie di molte città italiane.
Si porta, racchiusa in un ostensorio sottostante un baldacchino, un’ostia consacrata ed esposta alla pubblica adorazione: viene adorato Gesù vivo e vero, presente nel Santissimo Sacramento. Il Corpus Domini è legato in molti paesi alla tradizione del corpus, col pavimento di vie e piazze ricoperto con i petali dei fiori a comporre figure e motivi geometrici per creare un tappeto di bellezza al passaggio della processione con il Santissimo Sacramento. Sono, anche, un momento magico per visitare le città, o i piccoli paesi.
Ad Amato, in occasione del Corpus Domini, si stendevano fuori dai balconi le migliori coperte e tovaglie (tipicamente quelle dorate, celesti o bianche). Coloro i quali si erano da poco comunicati (avevano fatto da pochi giorni la comunione) sfilavano davanti all’eucarestia in corteo con gli abitini bianchi tipici della comunione. Si andava a raccogliere ginestre, papaveri e rose e poi si lanciavano nel momento dell’arrivo di Gesù ai vari altarini che venivano allestiti per le vie del paese (quest’usanza è ancora in uso, anche se il numero di altarini e partecipanti è diminuito a causa dello spopolamento). Si adornava la chiesa con gli stendardi di stoffa. C’era l’organo in chiesa che suonava, e c’era il pulpito. La processione prevedeva anche l’impiego di un baldacchino e di un ombrello (quest’ultimo veniva portato dal Sindaco per coprire l’Eucarestia), il quale una volta arrivati in chiesa, veniva liberato dai numerosi fiori gettati dalla popolazione durante tutto il giro. Questa tradizione è stata ripresa negli ultimi tre anni dall’attuale parroco Don Emanuele Gigliotti.
In passato, si organizzavano anche dei concorsi per chi realizzava l’altarino più bello e adornato nel modo migliore. Questi ultimi erano realizzati sia dagli uomini e dalle donne che dai bambini. Alle comunioni, non si dava la vera Eucarestia subito ai comunicandi, bensì alla fine della messa. Non si facevano nemmeno le foto, visto che quasi nessuno aveva la possibilità di pagare un fotografo ed è da considerare che ai quei tempi di fotografi ce n’erano pochi.
Novena di San Francesco
Nove giorni prima della domenica di festa, inizia la cosiddetta “Novena di San Francesco” dove, nella Chiesa madre di Amato dedicata all’Immacolata Concezione, ogni giorno hanno luogo delle messe che riguardano una categoria di persone o di argomento (ad esempio c’è la messa delle famiglie, la messa delle contrade, la messa dei giovani e dei bambini ecc.) con la celebrazione non solo del Parroco di Amato, ma anche di altri preti della Diocesi e non solo.
Durante la Novena e il giorno di festa vengono esposte, ciclicamente, le reliquie del Santo nella Chiesa Madre. Ad esempio, l’ultima celebrazione con la presenza delle reliquie si è verificata ad agosto del 2018.
Ad Amato, in passato, durante la novena nonostante ci fosse molto da fare, si andava comunque a dedicare quell’oretta di preghiera al Santo Patrono. Il venerdì di novena c’era la benedizione degli abitini di San Francesco per coloro che erano vestiti (sia bimbi che adulti). I vestiti sono indossati soprattutto per voto (si chiedeva il voto, principalmente per guarire). C’erano due messe: una intorno alle 8.00 (ci andavano le mamme che poi dovevano cucinare a pranzo) e alle 11.00 (per i giovani e i mariti).
In gioventù, in occasione della festa, gli abitanti che vivevano nelle campagne, si recavano in messa con largo anticipo per occupare i posti e si portavano anche delle sedie per riuscire ad assistere alla messa comodamente. Ciò avveniva ogni giorno dei novenari. Tra la fine degli anni ‘50 e gli inizi degli anni ‘60, durante la novena, c’erano delle persone che suonavano l’organetto ed esisteva già un coro. Suonava la banda musicale, a quel tempo non quella amatese, e i musicanti venivano ospitati dalle famiglie (uno per famiglia) e si dava loro da mangiare.
La Festa di San Francesco
Ogni anno ad Amato, durante le prime due settimane del mese di agosto, si svolge la festa e la tradizionale cerimonia religiosa della Processione di San Francesco da Paola. In passato, i festeggiamenti in onore del Santo si celebravano l’ultima domenica di maggio e duravano tre giorni, preceduti dal novenario. Dal venerdì alla domenica era caratteristica la fiera del bestiame, evento atteso da tutto il circondario per l’abbondanza di animali presenti. Questa grande fiera si teneva, principalmente, nella zona Variante e Croci.
La vigilia era dedicata ai giochi popolari e ai piatti tipici che venivano predisposti in piazza, in stand improvvisati, e comprendevano il caratteristico spezzatino (stufato di trippa bovina con abbondante peperoncino piccante).
La giornata della Festa era caratterizzata da una suggestiva processione che percorreva le vie del paese con canti in onore del Santo protettore. La serata si chiudeva con l’esibizione della banda musicale in piazza. A causa del clima rigido e soprattutto per dar modo ai tanti emigrati di poter assistere alle celebrazioni, con delibera di Giunta, nel 1970, la festa è stata spostata alla seconda domenica di agosto. Anche chi non aveva del cibo, nella festa di San Francesco, riusciva comunque a procurarselo lo stesso perché erano gli altri compaesani a portargli da mangiare e magari capitava che quella stessa persona riceveva cibo da più persone e quindi mangiava ugualmente quei piatti prelibati, pur non potendo permetterselo.
La processione era svolta con la statua di San Francesco avvolto da una coperta a cui si attaccavano per mezzo di spilli i soldi e le offerte. Questa tradizione si è poi interrotta probabilmente per tre motivi: sia per il rischio di furti di denaro (anche se era difficile avvenissero poiché sia a destra che a sinistra della statua erano presenti due carabinieri a sorvegliare le offerte dall’inizio alla fine della processione); sia per una questione di rispetto e dignità nei confronti di coloro i quali non avevano molto da offrire e attaccavano le poche banconote che avevano in confronto a chi possedeva di più e non esitava a metterlo in mostra; sia perché San Francesco era povero e aveva anche rifiutato del denaro dal re di Francia e quindi non era necessario attaccargli i soldi addosso quando egli stesso li aveva rifiutati nella sua vita.
In passato la chiesa era piena e bisognava portarsi la sedia da casa e gli uomini stavano in piedi nelle navate laterali e nella zona finale della navata (sotto il portico). Precedentemente, non esisteva la serata dedicata ai cantanti e ai gruppi musicali. Tutti gli anni, la gente emigrata, donava un’offerta per la festa di San Francesco (e molti ancora lo fanno). C’erano tante bancarelle dove si potevano acquistare anche salumi, formaggi, prodotti caseari e locali presenti durante le due giornate principali della festa, che arrivavano fino alla zona detta dei “Croci”.
La festa durava due giorni e in quell’occasione erano organizzati i giochi popolari (sia per grandi che per piccini) con giochi particolari come, ad esempio, l’albero della cuccagna. All’epoca, era presente in paese la caserma dei Carabinieri i quali vigilavano anche alla festa di San Francesco e alla fiera del bestiame affinché non accadessero disordini. A quei tempi, effettivamente, la festa era più sentita e molto più partecipata e si viveva il tutto con particolare gioia tanto che, alcune famiglie per l’occasione, si recavano a Catanzaro e nei negozi compravano dei vestiti, le scarpe e dei calzini appostiti da indossare in quel particolare giorno.
La processione, si celebrava, anche nelle contrade. Tutto iniziava durante la prima domenica del mese di agosto, dove la statua del Santo (coperta da una teca di vetro) veniva portata in processione lungo le strade delle contrade amatesi e accompagnata dalla Banda Musicale che suona su un apposito mezzo (di solito un camion aperto). Il Santo veniva fatto fermare lungo il percorso laddove si trovano delle Icone con degli altarini (in dialetto amatese: “E conedde”) dove si pregava insieme ai fedeli che abitano nelle campagne ma anche con quelli che partecipano e che risiedono nel centro urbano. Al termine della processione, la festa civile si svolgeva, a rotazione ogni anno, in una delle contrade dove veniva allestito un buffet ed era possibile ammirare un piccolo spettacolo musicale che si concludeva con i fuochi d’artificio.
La festa cittadina, si svolge per lo più in due giornate: nella serata del secondo sabato del mese di agosto, dove si può assistere al tradizionale concerto, e durante l’intera giornata della seconda domenica d’agosto dove:
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Il risveglio inizia con il passaggio della Banda Musicale Città di Amato (composta non solo da amatesi, ma anche da musicisti del circondario);
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Intorno alle 11.00 inizia la Santa Messa dedicata al Santo Patrono di Amato;
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L’ora di pranzo è il momento di riunione e di festeggiamento delle famiglie che degustano i piatti tipici locali;
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Sul tardo pomeriggio (di solito intorno alle 18.00) si dà il via alla processione religiosa. In questa cerimonia, il Santo viene portato per le vie del paese in modo da benedire la maggior parte delle stradine e delle viuzze del piccolo borgo, accompagnato dalla banda musicale e dalle istituzioni cittadine (sindaco e componenti del consiglio comunale, oltre che le forze dell’ordine a garantire la sicurezza durante la manifestazione). La processione, anche in questo caso, segue un ordine rotatorio: infatti, quasi ogni anno, l’itinerario della processione varia ma rimangono inalterati l’inizio, ovvero dalla Chiesa Madre, e la fine della stessa che si conclude con l’arrivo in piazza F. Caligiuri e con il lancio di coriandoli e in tradizionali fuochi di chiusura della processione (detti anche “colpi scuri” poiché non hanno un colore ma fanno solo rumore). La processione è un momento molto sentito per i cittadini amatesi che, ogni anno, accorrono in massa per parteciparvi;
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Alla sera, di solito dopo le 21.30, si può assistere all’ultimo concerto della festa, organizzato in Piazza Francesco Caligiuri, a cui segue l’acclamato spettacolo pirotecnico eseguito dal colle più alto che sovrasta il paese in cui si trova uno dei simboli di Amato: il “Casino di Mazza”.