PREMESSA
Intervento di riqualificazione finalizzato al recupero, alla conservazione e alla valorizzazione del “Mulino dei Greci” e dell’area naturalistica circostante.
Precisiamo che tutto il materiale prodotto e le informazioni che seguono, fanno parte di un’idea progettuale bella, innovativa e ambiziosa ma che potrebbe subire delle variazioni nel momento di concreta realizzazione.
INTRODUZIONE AL PROGETTO
Nell’ambito del concorso Greenfuturefai, gli alunni Mattia Salvatore Servino e Francesca Cimino del IV^D e Francesco Fiore del IV^E del “Liceo Scientifico Luigi Siciliani” di Catanzaro, hanno presentato il progetto per la riqualificazione del “Mulino dei Greci”, attualmente un rudere situato nel territorio del Comune di Amato (CZ).
Il progetto è stato realizzato grazie al tutoraggio della Prof.ssa Francesca Ferraro e l’aiuto di alcuni professionisti con l’obiettivo di rendere l’area fruibile e salvaguardare gli aspetti culturali e ambientali. Infatti, il sito è particolarmente affascinante, incastonato in un ambiente molto interessante dal punto di vista geomorfologico e ambientale, ma che allo stato attuale non è facilmente raggiungibile e versa in uno stato di degrado e abbandono.
La ricerca delle informazioni utili al progetto, è stata effettuata tramite sopralluoghi, ricerche topografiche negli Archivi di Stato e da interviste alla popolazione locale da cui emerge il valore affettivo del “Mulino dei Greci” per gli Amatesi.
CENNI STORICI
Il “Mulino dei Greci”, incastonato tra le colline amatesi, è un agglomerato di due fabbricati con strutture murarie ben definite. Il sito è collocato all’interno dell’istmo calabrese ad un’altitudine che oscilla tra i 420 e i 430m s.l.m.
Il nome stesso del mulino, la via e la fontana portano la denominazione “dei Greci” e questo richiama non solo l’antica Magna Graecia, ma anche l’insediamento degli Albanesi avvenuto nel XV sec. Gli abitanti li chiamarono “Greci” e da allora è rimasta questa consuetudine.
Nell’area sono diffusi dei ritrovamenti afferenti al periodo pre e post greco, i quali testimoniano che questa parte del territorio calabrese, che si trova nella parte istmica più stretta dell’intera Italia, ha favorito gli attraversamenti da un mare all’altro, agevolando e rendendo possibile, qui più che altrove, l’incontro tra Oriente e Occidente. Non è un caso che proprio l’attraversamento istmico dal Tirreno allo Ionio, e viceversa, fosse una rotta assai battuta nel periodo di formazione della civiltà greca: infatti le subcolonie sulla costa tirrenica, Terina e Temesa, e quelle sulla ionica, Skylletion, venivano utilizzate dall’antica Kroton per raggiungere, dallo Jonio il Tirreno e battere, così, le rotte commerciali verso Nord e Ovest.
Le indagini effettuate anche da fonti orali dirette, raccolte sul posto, ci dicono che la struttura ha funzionato fino a circa la prima metà del XX secolo. Era uno dei mulini più grandi del circondario, tanto che vi accorrevano gli abitanti dei paesi vicini per macinare il grano. All’epoca passava per il Paese il cosiddetto “Mulinaro” che, in groppa ad un asinello, prelevava il grano dagli abitanti e, una volta macinato e trasformato in farina, lo restituiva alla popolazione in cambio di una somma di denaro.
Anticamente erano presenti, alla sommità della collina su cui il mulino è edificato, delle enormi vasche che raccoglievano l’acqua proveniente dal torrente “Fosso Acquafredda” e la convogliavano nel mulino dove scendeva tramite appositi canali che la conducevano nei meccanismi di azionamento delle macine.
Originariamente il mulino era costituito da due piani: al piano terra veniva convogliata l’acqua, mentre al primo piano erano presenti le macine da cui si produceva la farina. L’acqua in eccesso veniva eliminata con l’apertura di una piastra in ferro, situata sul canale esterno, e la restante veniva in seguito portata alla struttura sottostante, della quale oggi rimane solo qualche esigua traccia.
FLORA E IMPATTO AMBIENTALE
Al fascino della storia si aggiunge l’incanto del paesaggio che è generato da una moltitudine di essenze vegetali e da tantissime specie animali. In questo contesto di straordinaria ed incontaminata bellezza si incastonano, in armonia con il paesaggio circostante, le strutture murarie dei mulini che utilizzavano i corsi d’acqua, un tempo copiosi e ricchi, ed oggi ridotti a torrenti.
Le spoliazioni della folta vegetazione, effettuate in varie epoche storiche, e le varie attività antropiche hanno reso la nostra terra più aspra e dura, meno ricca di alberi d’alto fusto, causando la drastica diminuzione della portata dei fiumi e dei torrenti. La presenza e la permanenza dell’uomo fino a metà del secolo scorso è testimoniata proprio dai manufatti in muratura di pietrame in adiacenza ai corsi d’acqua, i quali lasciano immaginare una ricchezza del territorio che ha visto, nelle fasi di formazione della civiltà, questa parte interna dell’istmo calabrese come luogo di incontro tra culture. Numerose sono anche le cascate lungo i corsi dei torrenti, alcune poco conosciute dalla stessa popolazione locale.
Quello che oggi è possibile ammirare è l’armonia che si crea tra le strutture dei mulini, le opere di adduzione in pietrame e il paesaggio circostante. Le cascate testimoniano l’antica presenza di grandi quantità d’acqua nel territorio anche oggi che non vi è più quella ricca vegetazione di un tempo.
Visitando l’area, infatti, è possibile comprendere che in passato la portata del torrente “Fosso Acquafredda” doveva essere sicuramente molto più ampia di quella attuale e quindi in grado di produrre energia per alimentare un mulino ad acqua. L’attenta lettura delle carte catastali, effettuata grazie a tecnici locali, ha permesso di notare che dal “Fosso Acquafredda” partiva un piccolo canale artificiale che alimentava proprio il mulino.
Attualmente è fondamentale farsi accompagnare da persone esperte, onde evitare spiacevoli incidenti. Uno degli aspetti più critici è la presenza di un sentiero poco sicuro e a tratti pericoloso. La vegetazione è incolta e i mulini sono abbandonati a sé stessi da ormai tantissimi anni. Vi è la presenza nella zona di cinghiali che possono essere anch’essi molto pericolosi per le persone. Addirittura in alcuni punti non esistono neanche dei veri e propri sentieri ed è per questo che alcune cascate, tra le tante presenti, sono sconosciute agli stessi abitanti del Paese. Allo stato attuale non esiste alcuna copertura Internet e telefonica nel territorio dei mulini e perciò, in caso di emergenza, c’è il rischio di rimanere isolati.
DESCRIZIONE DEL PERCORSO NATURALISTICO E DELLE STRUTTURE
ll mulino si presenta integro nella sua struttura muraria mentre la copertura, originariamente ad una falda, è completamente crollata, come risulta crollato il solaio ligneo che separava la sala molitoria dal cunicolo (ambiente che ospitava la ruota idraulica). L’acquedotto è ancora facilmente riconoscibile.
Per accedere alla zona è necessario percorrere “via Greci”, raggiungere l’omonima fontana e di seguito imboccare una stradina sterrata. Dopo una corta e ripida discesa si prosegue su un sentiero di circa 1,7 km che conduce ad una valletta circondata da maestosi pini dal tronco sottile e spiccato, querce, cespugli e arbusti vari. Percorrendo il corso d’acqua è possibile ammirare diversi mulini e chiuse antichissime disseminate lungo tutto il tratto discendente del torrente. Infatti, sarebbe possibile giungere al “mulino dei Greci” venendo da contrada “Mosca” e percorrendo di fatto un tragitto abbastanza lungo, ma sicuramente affascinante.
PIANO D’AZIONE E IPOTESI D’INTERVENTO
L’idea è quella di realizzare in questo sito degli interventi mirati che preservino l’essenza di luogo incontaminato, dove la presenza dell’uomo non deve essere invasiva ma unicamente destinata a far apprezzare un rapporto in simbiosi con la natura.
L’obiettivo è quello di restituire alla cittadinanza e ai fruitori la possibilità di godere delle bellezze del territorio, con particolare riferimento ai temi dell’accessibilità e della sostenibilità ambientale.
Nel modello progettuale immaginiamo un mondo civile e sensibile che sappia comprendere quanto rivalutare e mantenere questi siti in sicurezza possa essere di aiuto per il futuro della nostra regione.
Nell’idea progettuale proposta, intendiamo inserire:
- La riqualificazione ed il recupero, con messa in sicurezza, di parti architettoniche dell’odierno rudere, rendendolo un punto di osservazione e di sosta;
- Valorizzazione dell’area naturalistica del “Mulino dei Greci” mediante inserimento di punti di osservazione del paesaggio e percorsi sicuri, armonizzati con la natura circostante;
- Realizzazione di percorsi naturalistici tematici che possano informare i visitatori della storia del luogo, della flora e della fauna presenti;
- Creazione di sentieri che consentano di raggiungere e valorizzare i corsi d’acqua e le cascate presenti nell’area;
- Realizzazione di un sentiero naturalistico sicuro e agevole che consenta l’accesso dal centro abitato alle aree oggetto di valorizzazione. A tal riguardo abbiamo previsto la sistemazione delle scarpate con tecniche di ingegneria naturalistica, l’installazione di corrimano sui tratti più pendenti, l’inserimento di punti di osservazione, di aree di ristoro e sosta lungo il tragitto.