Michele Torcia
Nato ad Amato il 26 giugno 1736, fu un fiero assertore della Repubblica partenopea del 1799. Seguace dell’abate Genovesi, avendo ricevuto una vasta formazione dapprima nel collegio dei Gesuiti di Catanzaro e successivamente a Napoli ed essendosi formato poliglotta divenne diplomatico in Olanda nel 1764, proseguendo questa carriera in Francia, Germania, Austria ed Inghilterra.
Fu anche letterato, in quanto durante i suoi viaggi scrisse dei saggi che descrivevano l’aspetto sociale ed economico delle nazioni visitate: “Stato presente dell’Inghilterra”, “Saggio del commercio olandese”, “Sbozzo del commercio di Amsterdam”, “Viaggi negli Abbruzzi, nelle Calabrie e in Sicilia”, “Sbozzo politico di Europa”. Altre opere importanti sono “L’Orazione funebre per Maria Teresa d’Austria”, “Il martirologio de’ napoletani”, “Tremuoto accaduto nella Calabria e a Messina ali 5 febbraio 1783”, “Eruzione del Vesuvio” e un vocabolario in sette lingue rimasto inedito.
Diventò filosofo, sostenendo la Repubblica napoletana, movimenti liberali e anticlericali, scrivendo due volumi contro il sistema feudale, collaborando anche al giornale “Monitore Napoletano” di Eleonora De Fonseca Pimentel. Per questa sua avversione alla feudalità fu esiliato a Marsiglia e poi a Parigi.